TRENO… di ritorno 6
PER NOME
Così grande era quel campo di grano dietro casa che era un piacere perdersi nei pensieri guardandolo. A volte capitava che passassero ore senza accorgersene. Ondeggiava biondo, lento e flessuoso. La tentazione di corrervi dentro era altrettanto grande, ma era risaputo che non si poteva. Le spighe dovevano rimanere dritte per essere mietute senza fatica e senza perdita di chicchi preziosi. Si imparava così il rispetto del lavoro altrui ed il valore del pane.
Ma quando quel campo era arato, seminato ad erba per farlo riposare, era una festa. L’erba cresceva alta fino alla vita e mi potevo nascondere dentro. E correre. Allora partivo dal fondo, non vista, per arrivare fino in cima, lassù in fondo in fondo, fino all’albero d’ulivo che delineava la fine dello stesso campo. L’erba mi sferzava le gambe nude, segnandole, ma non mi fermavo. Le braccia sfioravano le estremità dell’erba rivolta al cielo. Era come volare: un crescendo di velocità e di gioia. Alla fine mi sdraiavo sotto l’albero d’ulivo; il fresco dell’erba mi dava ristoro e gli occhi si perdevano a guardare in alto per sbirciare coriandoli di cielo fra il fogliame. Rimanevo là finchè la mamma mi chiamava per nome, forte; era l’ora di cena.
P.S:…essì…
Trovo questo post la rappresentazione a parole di un quadro, tanto è la sua forza evocativa.
Ed un quadro di Van Gogh per la precisione. Conosci il campo dei papaveri?
semplicemente stupendo
ste
ps se passi su stefanomassa.splinder.com trovi una sorpresina…
🙂 Ciao… era un po’…
Rilassante. Ardovig
rispondo alla mitica vera con la citazione di t.roosvelt: si diventa vecchi quando si smette di sognare.
in questo senso resteremo giovani sempre no?
un bacio domenicale
stef senza clone
poesia.
vera aspetto di leggere un tuo libro di racconti, racconti come questo. stupendo.
ha ragione chi dice che è come un quadro.
c.
Vero, pare di vederlo quel campo e quei salti una volta tagliato.
Quanta malinconia si scorge in queste parole. Ma non perdere mai questi ricordi, sono preziosi.
Maria Grazia.
Ci si rimpicciolisce, leggendo il tuo pezzo. Così piccoli da vivere quel nascondersi, quel correre e poi il mistero del tempo fra quell’erba.
Buona domenica! 🙂
Sono passata a lasciati il quadro cui faccio riferimento.
Purtroppo è troppo piccola l’immagine ma l’alternativa che ho trovato sono immagini grandissime che avrebbero sballato il template.
Io guardando questo quadro ritrovo esattamente le tue sensazioni… 🙂
#9: GRAZIE Perlasmarrita, sì…l’immagine è quasi proprio così, la casa, il campo, e se questi in primo piano fossero ulivi… direi che il dipingere di Van Gogh si concretizzasse a mia insaputa 🙂
un sorriso
veradafne
…ti leggo e mi sorprendo a correre dentro un campo simile a questo e gli occhi sono quelli di una bambina…
un abbraccio
Blue
Abbiamo finalmente scoperto l’età di Vera: 10-12 anni!! 😉
Una delizia Vera. Oltre ai colori fiammeggianti di Van Gogh, mi hai riportato indietro ai ricordi della adolescenza, immerso nei campi di grano di Capitanata..
che bello far tornare la memoria all’ondeggiare biondo delle spighe e le chiazze colorate di papaveri, fiordalisi e, ricordo anche margherite e i tanti uccelli che roteavano nel cielo azzuro.
Emozioni e sintonia con la Madre Terra. Grazie
Una delizia, Veraaa, ed è tutto il tuo blog, sin dal tuo primissimo post. Quanta bellezza ci hai fatto e ci fai condividere. Grazie.
Mi hai fatto ricordare quando anch’io correvo nell’erba alta, ridendo e incespicando, con tutta la spensieratezza dell’infanzia. Tempi lontani ormai!
Un abbraccio.
Passo, rileggo… riassaporo atmosfere dolcissime.
Un carissimo saluto, Vera :))
molto garbato come sempre il tuo commento:)))grazie
a proposito…..domani su stefanomassa.splinder.com parlo di promesse…stef
“…senza perdita di chicchi preziosi. Si imparava così il rispetto del lavoro altrui ed il valore del pane…”
… parole di mio padre.
Mario
Ciao cara amica, sono rientrata ieri dalle vacanze. Un bacione
Meg
incantato dalla descrizione..
precisa e ficcante.
buona giornata!
Giuse
ritorno 4 -5 -6 …pensieri che corrono, uno via l’altro, all’indietro e in avanti, e infine la corsa più bella..la tua uguale alla mia e alla sua, la “nostra” corsa che sembra dire di un tempo lontano ma che ancora suggerisce domani e odora di terra e grano a venire ..
è bello sai ritrovarti così, tra 4, 5 e 6
un grande abbraccio :))
..sembra di respirare un’aria di festa… gioviale… quasi una tavolata di buon cibo e vino, in una bella giornata di sole, in una campagna infinita.
Un inchino.
Au revoir.
Sinceramente e teatralmente.
R.M.N.
mi hai riportato indietro di trent’anni… quando correvo – come te – nei campi di grano non ancora arati dopo il taglio, con tutti gli steli delle piantine che pungevano le gambe (e se cadevi anche le braccia e il viso)…
grazie, un sorriso con una lacrima di malinconia!
peraltro splendido il richiamo al valore del pane! sarebbe da far leggere questo post ai nostri bambini delle elementari… magari capirebbero qualcosa che difficilmente questo mondo ci aiuta a spiegare
anche io avevo un campo bellissimo dietro casa….oggi non c’è più al suo posto mattoni e cemento…
(OT: indovina chi me li ha ispirati quei conti …di là..) 😉 :))
Carissima stazioncina, rispondo qui alla tua domanda..
Non credo reciterò “Visioni”, ma porterò con me due poesie che mi piacciono molto: “Nero” e “Night & Jazz”.
Verrai?
Spero di sì…
Au revoir.
Sinceramente e teatralmente.
R.M.N.
Ho sempre considerato l’ora di cena (come del quella del pranzo) come l’interruzione di qualcosa. La voce di papà o mamma che chiamano perchè è pronto in tavola è come la sveglia che interrompe un sogno. Non so se è una cosa bella o brutta, magari ci scrivo un post.
Buon weekend.
Uhmmmm Vera scusa la mia indiscrezione… ma il treno di ritorno N°6 è incocciato in qualche sciopero dei macchinisti che è ancora fermo sul binario?? :))))
Scherzo. :))
Un saluto insieme al mio buon fine settimana :))
EHY LO SAI CHE SEI QUASI QA QUOTA CENTOMILA? STEF
scusa le maiuscole
stef
leggendo, leggendo, mi ci sono ritrovato anch’io…
bacio,g*
E io avevo un campo così davanti casa… ricordo ancora i papaveri rossi tra le spighe di grano, e le corse, le corse…
Mi hai ricordato certi periodi spensierati e stupendi. 🙂
Una visione a cui concorrono tutti i sensi del corpo e dello spirito. E sento di condividere quel “P.S:…essì…”.
Essì!
non so se sia neccessaria..
comunque non la ho.. quindi..
Giuse
Ciao Vera, un pensiero per te.
Maria Grazia.
Non giocherò mai al lotto!
Però questi numeri forse…
smack
stef
nel mio blog c’è un quesito per te, g***
ehi ragassa, dove sei? si attende il treno 7 😉
un abbraccio
L. 🙂
Qui in stazione si aspetta 🙂
intanto ti mando un abbraccio
ti faccio i complimenti..come sempre scrivi molto bene..e nn sono parole vuote..anzi…^^
buongiorno stef
Noto che anche tu sei a centinaia di anni in la’ con il tempo…..mah..questo splinder funziona ogni tanto???
Buon fine settimana a te.
Maria Grazia.
Sono sensazioni simili a quelle che suscita il campo di mais…
Il “dopo la cura” mi ispira un senso di vuoto profondo…
Un caro saluto.
Marcello De Giorgio.
g***